Leonardo

Fascicolo 13


in "Schermaglie"
Un amico perduto
di Gian Falco (Giovanni Papini)
p. 27


p. 27



   Oggi io penso una gita a Parigi come un pellegrinaggio al santo sepolcro dello spirito, ma c'è stato un tempo in cui l'immaginavo come un pellegrinaggio alla Betlemme dello spirito. Pensavo allora di andarmene in cerca d'Anatole France e dirgli in suo linguaggio: Caro maestro, io sono molto amico vostro, per quanto non mi conosciate. Voi siete stato il piacevole compno di molte mie ore solitarie e melanconiche, voi avete accarezzato i miei occhi cogli splendori di Thais, avete incantato il mio spirito col dolce scetticismo del Jardin d'Epicure, avete arricchito la mia visione delle cose umane con i sottili paradossi dell'abate Jerome Coignard, e di M. Bergeret, professore di Facoltà. Io vi debbo molte ore di raccoglimento, e molte ore di grazia: che siate benedetto per la vostra ironia e per la vostra poesia. Se fossi un pano vorrei deporre ai vostri piedi di fauno arguto una corona, fatta di fiori colti nel piccolo giardino di un saggio, e ci scriverei per dedica: al donatore dei balsami.
   Io non sono ancora andato a Parigi e non ho parlato con Anatole France, dell'Accademia Francese. Aggiungo, con dolore, che non ci parlerò mai. Egli non può esser più amico mio. Da qualche anno egli ha lasciato ciò che lo faceva caro al mio cuore. Egli ha imparato, il delicatissimo scettico, la virtù della fede e della fede più nemica di ciò ch'è alto, di quella democratica. Anatole France è divenuto socialista, scrive nei giornali del signor Jaurès e viene in Italia, a Roma, a fare dell'anticlericalismo. Per una coincidenza, ch'io non voglio approfondire, i suoi libri sono divenuti peggiori, assai peggiori. Ho letto in questi giorni la raccolta di novelle che s'intitola da Crainquebille. Sono delle ultime e risalgono all'affare Dreyfus; poiché c'è in molte una preoccupazione della giustizia, dei giudici e degli errori giudiziari ch'è nuova nell'opera sua. Io desidero però ardentemente che non siano di lui. Perchè non potrebbe averle compilate, per sua commissione, qualche sorella compiacente? In una sola, in Putois, ho ritrovato l'amico e qualcosa mi dice ch'essa sia più antica delle altre.
   In ogni modo una sola nocella non basterebbe a riconciliarmi con lui. In questi giorni Anatole France è a Roma e forse, tornando, sì fermerà ancora a Firenze. Ma lo prego vivamente di non venire a cercarmi. Non lo potrei ricevere.


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